martedì 17 dicembre 2013

Ultimo giorno

Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro prima di un lungo periodo a casa con Lea, la famigerata paternità.
In tanti, Elisa in primis, mi chiedono come mi sento, se sono pronto. E' un bel po' che penso, ripenso ed elaboro la questione. Oggi pomeriggio uscirò dall'ufficio e, se non succede niente, ci rientro l'1 settembre 2014.
Da quando lavoro stabilmente non sono mai stato in ferie più di due settimane consecutive. L'unica interruzione lunga è stata l'estate della nostra emigrazione qui, ma ora si tratta del quadruplo del tempo e di occuparsi di Lea. Elisa rientra al lavoro a metà gennaio, dopodomani partiamo per 3 settimane di ferie in Italia e questo imbroglia un po' nel mettere a fuoco la questione. Sembrano ferie, ma a gennaio non si torna in ufficio. Com'è, come non è, mi aspettano più di 8 mesi a casa con quella meravigliosa belva che è nostra figlia.
Prevedo che vada tutto bene all'inizio, ma metto in conto anche un periodo di crisi. Per un workholic come me sarà una bella lezione di vita non avere un orario, delle routine lavorative e dover invece improvvisare, adattarmi alle esigenze di Lea. Significherà dover essere ancora più flessibili e stanchi (non che ora sia molto diverso...) e lo vedo come una crescita personale che potrò sfruttare anche al lavoro una volta rientrato.
Insomma, la risposta è che no, non sono pronto. Ma non saprei come esserlo in realtà. Sono consapevole, più o meno, di cosa mi aspetta e non vedo l'ora di affrontare questa novità, godendomi gioie e dolori di quello che si preannuncia il periodo più bello e faticoso della mia vita (fino a che magari non faremo un secondo figlio, ovviamente).

Per il resto l'inverno qui tarda ad arrivare. Siamo da una settimana stabilmente sopra lo 0 e questo è preoccupante se penso alla stagione dello sci di fondo. In più un paio di piccoli fastidi e una stanchezza incredibile rallentano l'allenamento. Ma va bene così, la prendiamo come viene. Ora ci aspettano 3 settimane di delirio tra amici, parenti e nonni in agguato.

lunedì 11 novembre 2013

C'è una prima volta per tutto...

...e oggi è stata la prima volta (di molte?!) che Lea si è fatta male.
Dopo averle dato da mangiare, seduta sul divano, mi son distratto un attimo e in men che non si dica è riuscita a finire chiappe in terra, picchiando con la testa sulla gamba del tavolino.
Pianto disperato e lacrimoni per Lea. Un senso di colpa grosso così per papà.
Un po' di coccole e di latte l'hanno calmata in fretta, ma un bernoccolo e una linea rossa sul naso stanno lì a ricordarmi che anche se piccola, è veloce a muoversi. E che non ci si possono permettere distrazioni.
Per sicurezza e consigli abbiamo anche chiamato l'1177 che ci ha tranquillizzato e richiamato, su mia richiesta, un paio d'ore dopo l'accaduto per controllare come stesse la bambina.
Un grande spavento lì per lì, ma le zuccate fanno parte della vita. E fin da subito è tornata a ridere, a fare versi e urletti e a giocare con Cirillo il coccodrillo. Per fortuna ha la testa dura, come mamma e papà!

domenica 1 settembre 2013

Siamo pronti? Non credo...

Domani, dopo nove mesi, torniamo in Italia. Per la prima volta siamo in tre, dovrebbe fare un effetto strano, ma ormai la vita familiare pre-Lea è un vago ricordo.
Il titolo non si riferisce tanto al viaggio. Le mie donne staranno via due mesi, io farò su e giù un paio di volte e quindi i bagagli sono stati (relativamente) semplici da preparare, soprattutto grazie a Elisa.
Il riferimento è alle famiglie. Già si prospetta un "comitato di accoglienza" all'aeroporto, aiuto!!! Poi l'agenda è già fitta di impegni, provare ad andare in spiaggia sarà un'impresa dura, ahinoi.
Io resterò solo una settimana, poi lascerò le ragasse in balia degli eventi, non le invidio.
Non che qui possa stare con le mani in mano: a metà mese inziano lo stambyte (del quale parlerò in un altro post e che comporta il totale rifacimento del bagno) e contestualmente rifaremo la cucina. La cosa prevede che l'unica stanza utilizzabile sarà il salotto.
Il buon Boffardi (sia lodato) mi ospiterà nelle settimane peggiori, poi a ottobre dividerò questi 20mq con le gatte. Cesso Gabinetto (ndE) e doccia fuori dal palazzo, accesso limitato a frigo e cucina e un casino di polvere sono compresi nel prezzo.
Ma guardiamo al lato positivo: a metà novembre avremo bagno e cucina nuovi fiammanti!

Mi servirebbe una mano a trovarne altre, di cose positive, perché sta settimana è stata un po' così. Prima sono riuscito a spaccare il cellulare durante la VasaStafetten; altre piccole sfighe ci sono capitate nei giorni successivi; sorvolo sul come sia fare un passaporto all'Ambasciata italiana a Stoccolma per evitarmi querele; e infine ieri il karma in fase negativa ha raggiunto il suo culmine grazie alla notizia che dobbiamo rifare la frizione della macchina. Ovviamente non basta, ma ci è stato vivamente sconsigliato di usarla. Peccato che avessimo mille cose da fare, per cui oltre alla spesa per rimetterla in sesto ci siamo trovati a dover noleggiare un'auto. Va già bene che è una Focus nuovanuova e divertente da guidare...

Insomma, un periodo non proprio entusiasmante, come non ce ne capitavano da tempo. Ma nei prossimi giorni rivedremo famiglie e amici, quindi concentriamoci su quello, il resto si sistema! (ahò, in qualche modo devo cercare di sistemare sto karma...)

lunedì 5 agosto 2013

Segnali di speranza

Leggere i giornali online italiani (e non) in questi giorni, per non dire mesi, è un'esperienza che definire frustrante, irritante e sconfortante è riduttivo.
Mi capita sempre più spesso di provare vergogna a essere italiano. E quando ogni tanto si vede un po' di luce in fondo al tunnel è spesso un treno in arrivo.
Vivendo in Svezia si finisce per dare molte cose per scontate. Ne potrei elencare parecchie, ma oggi mi concentro sui matrimoni omosessuali. Qui dal 2009, anno della loro legalizzazione, non esiste più lo stato civile di "convivente".
In Italia invece siamo indietro, ma le unioni civili rappresentano un importante passo avanti. Ultimamente sono sempre di più le città che si sono dotate di un registro per queste.
Con mio grande piacere Genova è tra queste e bello è che siano stati due amici, Danilo e Giuseppe, la prima coppia a registrarsi. Auguri a loro!

Alcune istituzioni si muovono e si adattano alla società che cambia, la cosa già dovrebbe farci contenti. Però l'appetito vien mangiando e dopo questo primo piccolo e importante cambiamento uno spera che ne seguano altri. Conoscendo però come le cose funzionano lungo lo stivale ero rassegnato che le speranze rimanessero tali.
E invece no! 
Oggi scorro la (sempre orribile) pagina di repubblica.it e scovo una bella notizia che mi auguro con tutto il cuore faccia scuola e che fa, per una volta, assomigliare l'Italia a un paese civile. 
Che allora quel bagliore nel tunnel non sia il solito treno, ma l'uscita verso un paese migliore?!
Per la cronaca: non mi risulta che in Svezia esista permesso matrimoniale, in generale.

sabato 6 luglio 2013

Di drop-in vari

Il drop-in è in generale praticato da attività dove l'organizzazione è semplice e permette di ricevere un cliente in qualunque momento. Da queste parti pullulano bandierine "Drop-In" fuori da parrucchieri, centri massaggi,saloni di bellezza e negozi di ottica.
Ma che cavolo ce ne frega a noi?! Eh, avete ragione. Vi consolerà sapere che condivido in pieno la domanda, in effetti non frega niente a nessuno di drop-in...
Allora magari non vi racconto di un drop-in molto particolare, che si tiene a Skansen da quattro anni.
Oppure sì, vi tedio un po', se no che gusto c'è!?
Dall'estate 2010, il secondo sabato di giugno, Skansen organizza il "Drop-in bröllop", cioè il "matrimonio drop-in". Matrimonio valido a tutti gli effetti, sia chiaro.
Obbligatorio è avere con sé due documenti rilasciati da Skatteverket: uno attesta l'assenza di impedimenti per gli sposandi (hindersprövning), l'altro è il certificato di matrimonio (vigselintyg).
Tutto il resto è a scelta: anelli, ospiti, testimoni, fotografo, fiori, razzi, mazzi e paparazzi...
A disposizione ci sono una truccatrice, una manicure, intrecciatrici di ghirlande e, ovviamente, celebranti e testimoni. La coppia può anche scegliere una canzone che verrà suonata dopo la cerimonia e eventualmente farsi fare un set di fotografie. Non mancava la possibilità di prenotare un cestino da pic-nic.
Il tutto avviene nel prato dove si festeggia Midsommar, con un rigoroso sistema di coda numerata tipicamente svedese, e la cerimonia non dura più di 10 minuti.
La coppia paga 500 corone (55€) e gli ospiti il normale ingresso al parco.
Negli ultimi due anni si sono sposate così quasi 900 coppie in tutto. Nel 2012 sotto la pioggia (sposa bagnata, sposa fortunata, no?!), mentre quest'anno sotto un gran sole.
Di quest'anno potete vedere alcune foto http://www.skansen.se/sv/artikel/fotoalbum-drop-brollop-2013.

Le nostre foto, come quelle di Lea, invece non le mostriamo...
Ah già: il 15 giugno ci siamo sposati anche noi, e non è uno scherzo.

Ps: un grazie speciale a Mauro che ci ha fatto da fotografo ed è l'unico che può confermare la veridicità della cosa.

Pps: il post è stato pubblicato esattamente 3 mesi dopo la nascita di Lea, il nostro piccolo buddha!

mercoledì 5 giugno 2013

Di principesse e multe

La principessa in questione é Madeleine, l'ultima erede del Re in linea di successione. La multa é quella che la nostra si é beccata ieri.
Madeleine é stata fermata da una pattuglia nel centro di Stoccolma mentre guidava la sua auto su una corsia riservata agli autobus. Agli agenti ha detto di essere coperta da immunitá ed é stata quindi lasciata andare.
La polizia ha peró poi controllato quanto detto dalla principessa ed é venuto fuori che no, non é coperta dall'immunitá, che invece vale solo per il capo dello stato.
Poco male, direte voi. Invece no, la polizia manderá alla principessa una bella multa da 1000 corone (circa 115 euro), come a qualunque cittadino.

Aggiornamento: la multa non verrà mandata, in quanto la principessa non ha usato l'alibi dell'immunità. Era invece alla guida di un'auto di corte che gode del permesso di circolare sulle corsie riservate. Da notare comunque che per usare le auto di corte necessiti comunque di un permesso.

domenica 12 maggio 2013

Festa della mamma

Quest'anno una dedica speciale è per, ovviamente, la "neo-mamma" Elisa. Mamma, compagna e donna splendida.
Poi a Nadia, la mia quasi-suocera, che oggi fa pure gli anni (...-anta e non sentirli, auguri!!!). Un grazie perché senza di lei io Elisa non l'avrei al mio fianco.
E a Gabriella, l'altra neo-nonna. Che mi vuole bene, che si fa male nel mezzo della Svezia ma non per questo si ferma, che si commuove facile e mi commuove ancor più facile. A lei un augurio grande così, da buon mammone italiano, perché è la mia mamma e tanta grazia per averne una così.
Un augurio va anche a tutte le mamme di ogni dove, che conosco e non, perché senza le mamme noi uomini non andremmo lontano, poche storie!
E bene farebbero gli italiani a capirlo, perché a leggere quest'inchiesta la situazione è agghiacciante.

Per la cronaca: stiamo sopravvivendo alla visita dei nonni e alle prove che questi portano con sé. E' interessante osservare come fino a qualche settimana fa tutti volessero sapere come stavamo io ed Elisa, mentre ora non è che importi molto a nessuno. Tutta l'attenzione, comprensibilmente, è per Lea. La nostra piccola caciotta cresce a vista d'occhio, sta bene e ci fa perdere un sacco di sonno. Ma poi sfodera una galleria di espressioni incredibili ed ecco lì che tutto passa.
Gran parte di queste prime settimane l'ho passata a casa. Un po' per come era fatto il mio orario, un po' perché mi sono preso dei giorni di paternità. Ora però si torna a lavorare e farò solo un po' di ferie qua e là fino a dicembre. E lì arriverà il bello: da dicembre all'estate prossima sarò in congedo parentale.. Non vedo l'ora, anche se Elisa si ostina a ricordarmi che non sarò libero, dovendo occuparmi di Lea mentre lei sarà tornata a lavorare... 

martedì 23 aprile 2013

Di pannolini e personnummer

Sono passate solo due settimane, ma sembrano molte di più. Questa strana percezione del tempo ha due possibili cause: il fatto che sono a casa da quando è nata Lea (torno a lavorare mercoledì) e la distorsione dello spazio-tempo dovuta all'enorme quantità di pannolini cambiati (e che verranno cambiati!).
Al riguardo il buon Mauro mi ha fatto leggere uno scritto di Baricco che consiglio a tutti. Cinque minuti di risate fan bene al cuore.

Sempre con Mauro siamo finiti a parlare di personnummer e codice fiscale. 
Di come si compone il codice fiscale italiano potete leggere qui. Del personnummer, le famose dieci cifre che permettono l'accesso al sistema Svezia, voglio invece raccontare in breve, in quanto ho scoperto un paio di cose curiose.
Entrato in uso nel 1947 a nove cifre, la decima di controllo viene aggiunta nel 1967. Si compone di tre parti: le prime sei cifre indicano la data di nascita con il formato aammgg; la seconda, tre cifre, è detto "numero di nascita" (födelsenummer), la terza cifra indica il sesso, pari per le donne, dispari per gli uomini. L'ultima parte è, appunto, la cifra di controllo.
Una prima curiosità riguarda come si calcola l'ultima cifra: si prendono i primi nove numeri e si moltiplicano per  212121212. Si sommano poi i prodotti, scomponendo quelli a due cifre, si sottrae a 10 la seconda cifra del risultato et voilà!
Per capirci, prendiamo un uomo nato il 23 agosto 1964:
1. 6 4 0 8 2 3 - 3 2 3
    2 1 2 1 2 1   2 1 2
   12,4,0,8,4,3, 6,2,6
2. Sommare i prodotti (12 diventa 1+2)
   1+2+4+0+8+4+3+6+2+6=36
3. Si prende il 6 e 10-6=4 

Un'altra curiosità ha a che fare il trattino che separa la data di nascita dalle ultime quattro cifre. Questo diventa infatti un "+" quando si compiono i 100 anni. In caso di due persone con lo stesso codice si può così distinguere tra chi ha un anno e chi cento dei due. Il "+" venne usato fin da subito: quando il personnummer fu introdotto, tutti i residenti in Svezia ricevettero il proprio e quello della signora Johanna Charlotta Johansson f. Lundkvist è il più "antico" usato: (18)400506+140.
I più attenti avranno fatto caso che la quantità di codici disponibili è limitata a 500 al giorno, per sesso. Nel caso un giorno fossero registrati più personnummer di quelli disponibili, ai nuovi nati verrà semplicemente assegnata una data adiacente a quella di nascita.
Questo problema per ora non si pone per le nuove nascite (nascono circa 100mila bambini all'anno), ma l'1 gennaio e l'1 luglio di alcune annate nel periodo '50-'60 si stanno esaurendo. Questo per via dell'immigrazione di molte persone nate il quegli anni delle quali non si può sapere il giorno di nascita e alle quali veniva assegnato l'1 gennaio se nati nel primo semestre o il 1 luglio se nati nel secondo. Questo porta a dover riutilizzare alcuni personnummer, cosa molto rara e attentamente controllata.
Ultima curiosità: nel caso di cambio di sesso è molto difficile ottenere il cambio di personnummer.

venerdì 12 aprile 2013

6 aprile 2013

E' la data che mai potremo dimenticare.
Sabato scorso, alle 17.46, è infatti nata Lea. Ovviamente è la bambina più bella del mondo e sta bene, così come la mamma, che ho scoperto avere origini aliene. Lo posso dire dopo esserle stato accanto dalle prime contrazioni fino all'arrivo di nostra figlia.
Chiunque abbia assistito a un parto potrà confermare che le donne sono davvero di un altro pianeta.
Vorrei poter scrivere di più e conto di farlo, ma questi primi giorni sono pieni di cose da fare e le giornate non sembrano avere abbastanza ore.
Siamo semplicemente felicissimi e ci godiamo quella piccola meraviglia, perdonateci l'assenza.

lunedì 25 marzo 2013

Primavera

La primavera sarebbe iniziata da ormai 5 giorni, ma come forse molti sanno il clima non sembra essere della stessa opinione, mentre scrivo i termometri esterni di casa segnalano temperature attorno allo 0.
Però il ghiaccio e la neve si stanno sciogliendo in fretta, grazie a parecchi giorni con un sole caldo.
Quindi: è primavera o no?!
Checché ne dicano i meteorologi io dico di sì! Oggi infatti, tornando a casa, ho notato che la ghiaietta antiscivolo che viene sparsa durante l'inverno era sparita. Viene raccolta con degli appositi "aspiraghiaia" per poi essere riutilizzata l'anno dopo.
E siccome questo avviene, per l'appunto, in primavera, ecco che non posso sbagliare!
Peraltro in centro è già sparita da un po'...

A parte la nota climatica, il resto procede per il meglio. Elisa è rotonda e la nostra creatura si muove un sacco, provocando sobbalzi e notti non semplici alla mamma. Tutto allenamento per quello che ci aspetta a breve.
Mancano infatti solo due settimane alla scadenza. Abbiamo, a occhio, tutto pronto. Siamo anche riusciti a mettere a posto camera e ingresso.
Devo dire che sono stranamente tranquillo. Un po' di curiosità la ho, vorrei incontrare mia/o figlia/o e poterle/gli dare un nome, guardarla/o. Ma meglio non avere fretta, secondo Elisa.
La preparazione al parto e alla genitorialità è stata ottima. Da quel poco che so di come funziona in Italia qui siamo in un'altra dimensione. Speriamo che l'esperienza in sé sia all'altezza, ma tutto sembra indicare che comunque vada sarà un successo.
Ho pensato e ripensato se raccontare più in dettaglio il percorso di avvicinamento al parto. Però un po' la mancanza di tempo, un po' l'idea che non sarebbe una cosa molto originale da raccontare, ho deciso di lasciar perdere.
Mi preme solo far sapere che il ruolo del/la partner durante il parto è tenuto in grandissima considerazione, se non addirittura ritenuto fondamentale.

sabato 9 marzo 2013

Un mese

E' quanto manca alla data prevista del parto.
Probabilmente questa/o bambino/a arriverà un pochino in ritardo, ma bisogna far riferimento a una data e per noi è il 9 aprile.
Il tempo vola e procede lentamente allo stesso tempo. Gli stati d'animo sono variati nei mesi e continuano a variare, ma in generale abbiamo continuato a fare la solita vita.
Però ora il tempo stringe, dovremmo iniziare a sentire l'agitazione. Per quanto mi riguarda, no. Sono felicissimo e non vedo l'ora di conoscere mia/o figlia/o, però non sono agitato. Sia la barnmorska che colleghi e amici mi chiedono se sento un po' di stress, a cosa penso e se ho delle cose particolari che vorrei sapere.
La mia riposta è sempre un "Boh...", perché non so davvero cosa aspettarmi. Ci siamo preparati in questi mesi e stiamo finendo di mettere a posto le ultime cose, però da ora in avanti mi sembra che sia più sano e facile prendere un giorno alla volta. Di cose che dovrei sapere e che non so ce ne sono certamente milioni, ma è possibile essere pronti a ogni eventualità?! Io non credo.
Spero che tutto andrà per il meglio e so che possibilità ci sono se ci fossero complicazioni, ma devo conoscerle tutte e pensare a "E se va male questo o quello??". No, non è sano. Voglio pensare alle cose belle, divertenti e nuove alle quali andiamo incontro.
Ci sarà da farsi delle risate a cambiare pannolini, pulire un sedere sporco di cacca santa, lavarlo, non dormire la notte, ma vale la spesa preoccuparsi ora? No, meglio riderne poi e prendere le cose con calma.

Quindi cosa faremo in questo mese che manca alla scadenza?
Beh, Elisa domani finisce di lavorare e questo significa che.... dormirà! Io speravo di potermi dedicare meno a cucinare le solite cose noiose, contavo sulla sua capacità e inventiva, ma a quanto pare mi sbagliavo. Che poi magari domani ha cambiato idea, speriamo!
Insieme faremo gli ultimi preparativi di casa, una volta terminati alcuni lavori in corso, prepareremo la borsa e rideremo guardando la pancia ondeggiare più o meno così.
Io invece continuerò ad allenarmi* (questo inverno alla corsa ho aggiunto una sostanziosa dose di sci di fondo), a lavorare e soprattutto a godermi una splendida e raggiante donna!
Ah: anche la caccia al nome ci tiene molto impegnati.

*dei futuri progetti sportivi racconterò poi, ne va della tranquillità familiare!

lunedì 25 febbraio 2013

Di memoria corta e ambulanze

Dopo aver seguito, anche se non troppo assiduamente, una campagna elettorale da brividi (di paura eh) mi ritrovo a seguire lo scrutinio. 
E l'orrore e il raccapriccio si impossessano di me.
Ma è possibile che noi italiani si abbia la memora così corta???
Poi vabbé, noi ce ne restiamo nella nostra relativa tranquillità, però fa paura davvero vedere l'andazzo.
Da par mio ho votato, in ambasciata, senza cabina e con una biro. E ho capito che il voto all'estero sa molto di fuffa, ma vabbé.

Detto questo parliamo di ambulanze.
Della Svezia si parla spesso come il paese perfetto, dove tutto funziona e dal quale bisognerebbe imparare.
Oggi però è successa una cosa che mi ha lasciato molto perplesso.
Usciti dalla stazione del treno pendolari ci siamo trovati davanti un uomo steso in terra e un ragazzo che cercava di capire cosa avesse.
La situazione è apparsa seria e ho subito chiamato il 112 (no, non i carabinieri). Le condizioni dell'uomo non sembravano gravissime, ma aveva comunque dato una facciata in terra per un malore e i sintomi sembravano indicare una commozione cerebrale (hjärnskakning).
Fatto sta che l'infermiera che risponde al telefono mi pone una serie di domande, alle quali rispondo, chiedendo anche all'uomo in terra. L'infermiera mi chiede di parlare con lui, che si rifiuta. Gli chiedo se vuole un'ambulanza e dice di no, però dico all'infermiera che secondo me devono mandarla, perché non sta affatto bene. Eh no, mi risponde, se lui non vuole l'ambulanza non la posso mandare.
L'uomo non riesce ad alzarsi, continua a stare male e ci fa sapere che è diabetico. Gli spieghiamo che l'ambulanza ci vuole, e si convince.
L'infermiera mi collega all'ambulanza che mi dice che arrivano il più presto possibile. Che si traduce in 30 (trenta) minuti!!!
Non so come funzioni il sistema delle emergenze, confesso, ma l'idea che a 10 minuti scarsi di macchina da dove eravamo ci sia un ospedale mi fa pensare che, comunque , sarebbe un minimo da rivedere.
Quello che mi ha lasciato una brutta sensazione (in particolare se penso a Elisa e la sua splendida panza) è l'infermiera al telefono, che sembrava una qualunque telefonista svogliata e che non può mandare l'ambulanza se il diretto interessato non vuole. Brutta sensazione che ha le sue radici nello scandalo uscito l'anno scorso, dove è venuto fuori che nel 2011 si verificarono molti casi nei quali chi rispose al telefono non prese abbastanza seriamente la chiamata. In quattro casi al mancato invio dell'ambulanza è seguito un decesso.
Ah: SOS Alarm, che risponde al 112, è per metà proprietà dello stato e per metà di regioni e comuni.
Finalmente una brutta nota sulla Svezia!

p.s.: non so come stia l'uomo, ma spero e credo meglio. Lo abbiamo lasciato nelle mani di tre infermiere (due donne e un uomo rendono il plurale femminile!).

sabato 5 gennaio 2013

Sempre sul pezzo...

Sono al lavoro e "sfoglio" i siti dei quotidiani, italiani e non.
Qui succedono un sacco di cose, alcune hanno grossa risonanza a livello nazionale e ogni tanto penso potrebbero averne anche a livello internazionale.
Può trattarsi di questioni politiche, economiche o di semplice cronaca. Nell'ultimo caso capita che mi aspetti di vedere certi episodi citati sui siti italiani in quanto considerati eccezionali per la Svezia nell'immaginario collettivo.
Invece no, e bene così. Però capita che nel "Notiziometro" di Repubblica compaia una galleria sul Jumbo Hostel di Arlanda. Trattasi di un jumbo jet riadattato a ostello. Chiunque parta o arrivi a Stoccolma-Arlanda non può fare a meno di vederlo. Oggi Repubblica pubblica una galleria di foto dell'ostello in questione.
"Wow, che novità!", penseranno i lettori.
Sì beh, è sicuramente una cosa particolare, peccato che sia lì dal 2008... Alla faccia dell'attualità!

Poi passi al Corriere e trovi la notizia sul congedo parentale. Finalmente anche i papà potranno stare a casa! 3 giorni. Sì, avete letto bene, "ben" 3 giorni! Però uno solo è a esclusivo uso del padre, gli altri due, se utilizzati, vengono presi dal congedo della madre.
Wow, questa sì che è una conquista!
A voler pensare positivo sì, è una conquista. A voler essere seri no, è una presa in giro. La Svezia è l'estremo per quello che riguarda il congedo parentale, ma un estremo positivo e da prendere a esempio. A un giorno alla volta i padri italiani potranno stare a casa coi figli per un mese nel 2264...
Nell'articolo c'è un passaggio che è preoccupante: "serve prima di tutto a proteggere gli uomini impegnati nei compiti di cura della famiglia e per questo ancora esposti al pregiudizio di superiori e colleghi di non essere adeguati al lavoro in azienda.". Queste righe, insieme al fatto che il congedo sia solo a beneficio delle madri, la dicono lunga su un sessismo che sembra parte integrante e indistruttibile della società italiana.

PS: molti altri blogger italiani hanno scritto su come funziona il congedo parentale in Svezia, quindi evito di scriverne anche io.