mercoledì 15 agosto 2012

Riflessione

Prendo spunto da questo post di Davide per una piccola riflessione.
Elisa un mesetto fa ha tirato le sue somme dei primi due anni di vita in Svezia. Un punto importante riguardava i nuovi amici che abbiamo la fortuna di aver trovato qui.
Come forse sapete, amici qui ne avevamo qualcuno già prima di arrivare, era stata una delle ragioni nella scelta della Svezia come meta. Però in due anni di conoscenze e di amicizie se ne fanno. Molti sono italiani, perché spesso è più semplice e perché un certo spirito di comunità aiuta a sentirsi meno "persi".
Quando però arrivano notizie tipo "una cosa un po' brutta" il mondo intorno a te viene sconvolto più di quanto ti aspetti. E' difficile spiegare cosa succede, ognuno poi reagisce a suo modo, però direi che in parte ci si sente inevitabilmente soli.
Questo nonostante gli amici e le famiglie in Italia siano a un tiro di Skype e gli amici di qui facciano gruppo e siano presenti (come sempre, peraltro).
Forse con il tempo ci si abitua, ma lo shock è stato forte e ci ha fatto realizzare che la distanza rende i pilastri che normalmente si considerano portanti (la famiglia, per esempio) molto più sottili di quel che credevi.
Però, allo stesso tempo, capisci che ne stai costruendo altri, forti e nuovi. Mi vien da dire che sia una specie di rito di passaggio, qualcosa che dà forma alla nuova realtà in cui ci si trova. La rende più vera e permanente, dando alle cose una nuova prospettiva.
Non è facile, tuttaltro, ma le difficoltà vanno messe in conto quando si decide di affrontare un cambio così radicale come trasferirsi. Che poi noi sia abbia avuto una gran fortuna nell'incontrare delle belle persone che possiamo felicemente annoverare tra i nostri amici è un altro paio di maniche :-)

E ora un breve pezzo che non c'entra niente.
Ho appena letto che davanti al cinema di Jakobsberg, il quartiere qui vicino dove spesso andiamo a fare la spesa, la notte scorsa è esploso un ordigno che ha causato qualche danno a porte e finestre.
WOW, abitiamo troppo vicini al centro dell'azione!
Vabbé, non che sia una bella cosa, ma pare essere davvero poca roba. La polizia non ha idea del movente e di cosa sia stato usato.
La parte tragicomica è che molti testimoni hanno raccontato di aver visto diverse persone girare intorno al cinema. Peccato che, essendo un cosiddetto centrum (un po' la piazza principale di un paese) di fianco alla stazione del treno e al terminal dei pullman, la cosa sia assolutamente normale... 

1 commento:

  1. Purtroppo è vero, a duemila e cinquecento chilometri di distanza e nei momenti di maggiore difficoltà anche i pilastri più solidi appaiono esili. In verità non lo sono. Ma l'impressione è che non possano sostenere certi pesi. Come dici tu, però, gli ultimi avvenimenti ci stanno dimostrando la solidità della nuove fondamenta, costruite senza quasi rendercene conto. E l'affetto straordinario e avvolgente di chi ci si è stretto intorno mi commuove ogni volta che ci penso. Sarò poco originale, ma provo una gratitudine infinita.

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